Sterlina britannica
La Sterlina britannica, valuta ufficiale del Regno Unito, ha come simbolo £ ed è contraddistinta, nei mercati internazionali (dal codice ISO 4217) GBP, ma viene anche abbreviata con le forme “ster” o “stg”. Il suo nome trae origine dall’espressione anglosassone “pound of sterling silver” ed indica una libbra di argento purissimo (una lega, detta appunto sterling, composta dal 7,5% di rame e 92,5% di argento) stabilendone l’antico valore.
La divisa inglese è stata una delle principali monete utilizzate per lo scambio durante l’epoca del Gold standard (1880-1914). Nel 1914 il Regno Unito, dopo la decisione della Banca d’Inghilterra di sospendere la convertibilità della moneta nazionale, fu la prima Nazione ad uscire dal sistema aureo. Questo comportamento innescò una reazione a catena: sostenuti dalle proprie banche centrali, tutti i Paesi che parteciperanno alla Prima guerra Mondiale smetteranno di mantenere una riserva aurea, aumentando così l’offerta di valute necessarie per finanziare le spese militari. Ciò portò, tuttavia, all’aumento del debito pubblico e dell’inflazione. Una variante del Gold standard è stata poi reintrodotta nel 1925, per poi essere nuovamente abbandonata nel 1931 durante la Grande Depressione, che ha visto la sterlina svalutata del 25%. Nel 1940 viene sancito un accordo che fissa il cambio fra Sterlina inglese e Dollaro USA, questo tasso viene mantenuto anche nel sistema di Bretton Woods che, nel dopoguerra, ha disciplinato i tassi del cambio fra le valute. Con la caduta degli accordi di Bretton Woods, a partire dal 1971 la Sterlina inizia a fluttuare. La crisi petrolifera mondiale contribuisce ad aumentare l’inflazione che sale oltre il 27% e la divisa inglese ne risente. Recentemente la moneta britannica ha risentito dei rapporti con il Marco tedesco e successivamente con l’Euro.
È opportuno segnalare che le banconote e le monete coniate in Inghilterra hanno valore in tutto il regno. Eppure, a differenza dagli altri Paesi, il Regno Unito, fino ad ora, non ha mai promulgato leggi per centralizzare l’emissione della valuta. Perciò capita che alcune banche private irlandesi e scozzesi e i governi che dipendono dalla Corona, emettano banconote e monete destinate ai propri territori e che, saltuariamente, si vedano circolare anche in Inghilterra.
La sterlina britannica è positivamente relazionata con il greggio. Del resto gran parte del Pil inglese deriva dalla produzione di energia; non è un caso che un quarto del FTSE 100 sia composto da compagnie energetiche o petrolifere. Di conseguenza i mercati mostrano solitamente, in presenza di un aumento del prezzo del greggio, una corrispettiva crescita della quotazione della Sterlina inglese.